Consiglio Direttivo info 25
Offriamo un commento a caldo dopo che l’Assemblea Capitolina riunita il 14 gennaio 2021 ha approvato la delibera che dispone la modifica dei confini territoriali dei Municipi VI e VII di Roma Capitale, con l’accorpamento all’interno del Municipio VII di Torre Spaccata (per fare chiarezza di quale territorio parliamo si veda quanto indicato qui e qui).
La delibera approvata in Aula è un risultato importante e certifica un percorso di confronto tra i cittadini e l’Amministrazione capitolina in tutti i suoi livelli, dai Municipi, alle Commissioni, fino al Consiglio Comunale: un complesso iter amministrativo, avviato formalmente nel 2019 con la presentazione di una petizione popolare da parte del Comitato di Quartiere, a sua volta frutto di assemblee svolte nel quartiere e partecipate dagli abitanti e aperte anche agli amministratori locali.
Lo strumento scelto per portare avanti la nostra richiesta è stato quello della petizione previsto dall’art. 8 p. 6 dello Statuto di Roma Capitale e dall’art. 6 del Regolamento per gli istituti di partecipazione e di iniziativa popolare, petizione che ha raccolto oltre 1500 firme, grazie alla disponibilità e la tenacia dei cittadini e che è stata successivamente oggetto di approfondimento in sedute dedicate della Commissione Roma Capitale, Statuto e Innovazione Tecnologica.
Detto così sembra che tutto sia stato fatto in maniera semplice e diretta, ma lo è affatto; è solo il punto di arrivo di un percorso che parte da molto più lontano.
Il Comitato di Quartiere, che nasce lo ricordiamo nel 2004, si è sempre scontrato con un atteggiamento di “presunzione” che ha riguardato gli amministratori di ‘tutti i colori’ che si sono avvicendati in questi anni: mentre si assisteva sempre più ad uno sviluppo incontrollato della città verso est e il conseguente spostamento del ‘baricentro’ dei servizi, Torre Spaccata restava un unicum, “la Svizzera del Municipio (prima VIII ora VI)”.
È quindi vero quanto hanno dichiarato alcuni Consiglieri in Aula che questa richiesta è (anche) frutto delle mancate risposte degli amministratori pro tempore e che quindi andava rigettata: non si poteva giustificare la cronica mancanza di risorse con la richiesta di spostarsi da un Municipio all’altro, si sarebbe creato un “precedente pericoloso”! Ma se fosse stato proprio questo unicum a decretare la mancanza di risorse per il quartiere; di fronte a territori – e chi scrive se l’è sentito ripetere in faccia molte volte – senza strade, senza fogne, senza scuole, senza marciapiedi…”voi state chiedendo la pulizia di alcune caditoie?!” o “il ripristino delle panchine del parco?!”
Altri Consiglieri – che non hanno appoggiato la nostra richiesta – lo hanno fatto segnalando una “deriva secessionista”: assisteremo adesso a decine di richiesti simili e sarà il caos!
Non sta a noi dare una risposta a questa paventata ipotesi, sta alla politica – alla buona politica – dotarsi degli strumenti per incanalare e guidare un vero decentramento, accogliendo le istanze dei cittadini che – ricordiamo – si esprimono nei tempi e nei modi dettati dalle norme vigenti, dialogando con i territori e valorizzando quelle espressioni di rappresentanza dal basso (comitati, associazioni, volontari…) che sono il fiore all’occhiello della nostra città.
Siamo consapevoli che il passaggio di Municipio non sarà la panacea di tutti i mali di Torre Spaccata, ma confidiamo che la storia, il tessuto sociale e la conformazione urbanistica che lo contraddistingue e che è oggettivamente più vicina al quartiere Don Bosco, non ci penalizzi di più di quello che è sempre stato e poi, lo dovevamo ai tanti cittadini che lo hanno chiesto e che avranno modo di raggiungere con più facilità i servizi erogati dall’amministrazione.
Un ultimo appello, che poi è sempre il primo che facciamo da anni: certi risultati si raggiungo solo se i cittadini si riconoscono come portatori di diritti (e di doveri): il Comitato di Quartiere non è solo individuabile nei componenti del Consiglio Direttivo, ma lo deve essere in tutti coloro che hanno a cuore la sorte del quartiere, che vogliono migliorarlo negli spazi e nei servizi…
E questo significa essere meno ‘assidui’ nel compulsare sulle tastiere e più disponibili a studiare, a mettersi in gioco, a prendersene cura, a dedicare un po’ di tempo agli altri e in definitiva a noi stessi.
Aspettiamo adesso i prossimi passaggi che dovrà fare l’amministrazione; non saranno semplici e forse comporteranno un certo periodo di transizione e adattamento da parte di tutti: li affronteremo come abbiamo sempre fatto con l’augurio che Torre Spaccata diventi sempre più un territorio conosciuto, amato e rispettato da tutti.
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