Le formelle INA-Casa a Torre Spaccata
L’articolo “La nascita di Torre Spaccata. I parte” conteneva alla fine un breve accenno ad una particolarità del Piano INA-Casa che riportiamo:
Una singolare caratteristica del progetto fu quella di apporre, su tutti gli edifici realizzati, una targa in ceramica policroma (alcune delle quali realizzate da grandi artisti quali Alberto Burri, Duilio Cambellotti, Tommaso Cascella, Pietro De Laurentiis, Piero Dorazio) che alludesse o al tema del progetto o, più in generale, al tema della casa come luogo felice. L’applicazione delle targhe sugli immobili, per le quali erano stabilite le misure, la posizione e i prezzi massimi, era una delle condizioni per il rilascio del certificato di collaudo.
Nel contempo avevamo lanciato un censimento di quelle presenti nel nostro quartiere.
In merito, abbiamo raccolto alcune foto che ritraggono almeno quattro tipi differenti di formelle; insieme ad esse dobbiamo segnalare però uno splendido pannello – alquanto ridotto male – di grandi dimensioni (circa 100×70 cm), applicata sulla parete di una palazzina di via Marforio, sulla quale compare la firma N. Rubino.
Alcune testimonianze degli abitanti riferiscono che proprio in quell’area tra via Marforio e viale dei Romanisti, il 15 agosto 1961, fu inaugurato il nuovo quartiere e consegnate le prime chiavi agli assegnatari da parte del sen. Amintore Fanfani.
Purtroppo non sappiamo chi sono gli autori delle formelle e ci piacerebbe ricevere notizie più complete su questa particolarità e magari qualche testimonianza su quella storica giornata.
Il bassorilievo grande menzionato nell’articolo lo ha fatto mio padre lo scultore Nicola Rubino,https://it.wikipedia.org/wiki/Nicola_Rubino , così come alcune formelle che purtroppo non so riconoscere con certezza. E’ in corso una ricerca per la loro attribuzione da parte della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma.
Gentile Signor Rubino, siamo lieti che abbia ritrovato un’opera di suo padre nel nostro quartiere.
Purtroppo il bassorilievo non versa in buone condizioni e sarebbe un peccato per noi perdere questo “simbolo”. Se i suoi rapporti con la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma lo permettono, saremo felici di appoggiare, come Comitato di Quartiere, un restauro conservativo che possa ridare all’opera la bellezza dei suoi sessant’anni .